Un armadio di ferro dimenticato presso la sede dell’Ac di Roma. Estate 2020: cinquanta “buste” che ripercorrono la vita della Gioventù femminile romana dal 1919 al 1969 vengono ritrovate. Foto, diplomi, testimonianze autografe, verbali scritti a mano, volantini. Commozione, sorpresa, stupore. Scritti che evocano volti, storie, esperienze che sono la nostra storia.
Scorrendo i diversi documenti (nella foto, il documento del 1921 in cui Armida Barelli scrive una lettera di ringraziamento alla Gf di Roma per la donazione di una somma per l’Università Cattolica) si capisce che la Gf romana era un’associazione capace di occuparsi delle moltitudini, donne di tutte le tipologie contribuendo in modo importante alla loro formazione. Volantini che propongono caffè letterari, tipici del mondo aristocratico, momenti di formazione per impiegate, giovani, insegnanti, recite teatrali, attività di servizio e perfino documenti in Braile per ciechi.
Scorrendo gli atti costituitivi dei circoli Gf, (così si chiamavano le associazioni che potevano coincidere con parrocchie/istituti/luoghi particolari), conservati insieme a comunicazioni e relazioni di attività e visite di propagandiste, si ripercorrono storia, nomi, consistenza, attività e si scoprono particolari interessanti. Ad esempio che Fannina Beltrame Quattrocchi, figlia dei beati Beltrame Quattrocchi, segretaria della Gf di san Vitale, era una gieffina impegnata, e che entrambi i genitori furono coinvolti in incontri o responsabilità diocesane.
Interessantissimi i diplomi a firma Barelli (messi in mostra permanente sotto vetro) per le gare di cultura religiosa e quelli di benemerenza per la missione in Cina, dove si testimonia come la Gf di Roma abbia generosamente lavorato per l’Istituto Benedetto XV delle Vergini cinesi nello Shen si-centrale fondato e mantenuto dalla Gioventù femminile di Azione cattolica. In basso quattro loghi che raccontano l’associazione (piccolissime, aspiranti, giovani, beniamine) e la frase «Andate dunque ad istruir tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservar tutto quanto v’ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo». In pochissime righe è espresso il senso della missione ad gentes.
Le parole preghiera, azione e sacrifico scandiscono i programmi annuali conservati e illustrati nei verbali e trovano concretezza in spartiti di canti, santini realizzati ad hoc, ricevute di raccolte per le vocazioni, l’Università Cattolica del Sacro Cuore o altre iniziative come il sostegno economico per studi teologici di un sacerdote cinese o per battesimi di cinesi.
Elenchi di visite ai circoli, fogli di cassa raccontano di aiuti agli sfollati durante la guerra, il dopoguerra e la campagna antitubercolare, le adunanze, le riflessioni, le iniziative di formazione tra cui i libri indispensabili per le dirigenti e le relazioni a scuole di propaganda o a convegni delle prime settimane sociali (anche di Armida) sul movimento femminile, chiesa, preghiera, impegno politico; strumenti spirituali a sostegno di militari (il vangelo del soldato) o alla diffusione della cultura religiosa (libri di preghiera, attività dell’Opera della Regalità). Conserviamo anche nei verbali alcune parole di mons. Roncalli, periodo in cui era assistente a Roma per le propagandiste.
Non mancano scritti della Barelli, come cassiera per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, insieme a quelli di padre Gemelli o ancora di Montini o in cui si cita la giovane Luigia Tincani, fondatrice poi della Lumsa.
Preziosa la collezione integrale di Gigli e Spighe, giornalino della Gf romana, alcune copie di giornalini parrocchiali, testimonianza di un’attenzione alla comunicazione a tutte le genti che ancora oggi può offrirci spunti e riflessioni.
E ancora lettere o comunicazioni alla Sorella Maggiore che testimoniano quello stile di fratellanza, sorellanza, tanto che le gieffine tra loro si firmavano le sorelline. Stile e scelta dell’Ac anche di oggi, attualissimo e allora sicuramente innovativo.
Armida, donna a servizio di donne, tessitrice di opere, popolare, innovativa, grande comunicatrice, tutto questo traspare da una storia antica ancora nuova per l’oggi.
* Chiara Sancin, già segretaria nazionale del Msac dal 1995 al 1998, è ora segretaria diocesana dell’Ac di Roma.
Per info: www.acroma.it/storia o segreteria@acroma.it
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