«Il Mediterraneo è proprio il mare del meticciato, un mare geograficamente chiuso rispetto agli oceani, ma culturalmente sempre aperto all’incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione. Nondimeno vi è bisogno di narrazioni rinnovate e condivise che – a partire dall’ascolto delle radici e del presente – parlino al cuore delle persone, narrazioni in cui sia possibile riconoscersi in maniera costruttiva, pacifica e generatrice di speranza»: così Papa Francesco al Convegno “La Teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo” (Napoli, 2019).
Ancora: il Mediterraneo è il mare attorno cui si sono concentrate la maggior quantità di civiltà, che hanno contribuito al progresso dell’umanità dall’antichità fino ad oggi, le tre grandi religioni monoteiste (il seme di Abramo), la più ampia varietà di lingue, culture, contatti umani, migrazioni, le più intense rivalità tra potenze dallo scontro tra Roma e Cartagine all’attuale “nuovo bipolarismo” tra Stati Uniti e Cina. È mare tra le terre, ma anche mare tra gli oceani: Medioceano, tanto ben delimitato nella sua definizione geografica, quanto amplificato, come bacino geopolitico e come sistema integrato fino a comprendere il Mar Nero, il Mar Rosso, le sponde atlantiche della Penisola Iberica e del Nord Africa.
Sempre il Mediterraneo è oggi una delle aree più critiche per l’emergenza climatico/ecologica: il livello delle sue acque si sta elevando più rapidamente, che in altre aree. Insomma, il Mediterraneo è da sempre emblema della complessità e della ricchezza delle relazioni umane. Il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in più occasioni ha sottolineato come il Mediterraneo continui ad essere centrale nelle strategie mondiali e quanto in esso si custodito «il futuro dell’Europa: se l’Europa riuscirà a riconquistare una leadership in quest’area, potrà rimettere in moto non solo l’economia, ma anche i valori spirituali che accomunano i diversi popoli». La stessa Comunità Europea è convenuta a questa visione e guarda con rinnovata attenzione geopolitica i suoi confini meridionali mediterranei. Difatti, la mutata situazione geo-politica del Mediterraneo ha indotto la Ue al grande sforzo economico e di inclusività del piano straordinario “New Generation UE”, nei confronti sia della situazione economica dell’Italia che dell’intera area del Mediterraneo.
Tutto questo sarà al centro del dell’Incontro seminariale Mediteranneo. Luogo privilegiato di complessità e ricchezza, promosso da ACLI, AIDU, Azione Cattolica, MEIC, CVX, FUCI, Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo, Retinopera ed UCIIM, a Roma, venerdì 13 maggio (dalle ore 10.30 alle ore 13.30) presso il Dipartimento Scienze Formazione – Università Roma Tre (Aula Volpi), via Milazzo 11B. Per informazioni: (Barbarisi) 3473327278
È possibile seguire l’incontro da remoto a questo Link
In programma:Il Mediterraneo e la Carta di Firenze 2022 (Tavola rotonda) – Introduce Alfonso Barbarisi (Aidu). Relatori: mons. Antonio Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente della Cei; Armando Nugnes, teologo; Adriano Giannola, presidente Svimez; Roberto Cipriani, sociologo. Modera Mario Morcellini, sociologo.
Nella culla di Abramo le speranze del dialogo. Gruppo sinodale per la promozione del dialogo multilaterale mediterraneo. Intervengono: Rosalba Candela, Uciim; Gianfranco Cattai, Retinopera; Lorenzo Cattaneo, Fuci; Luigi D’Andrea, Meic; Romolo Guasco, Cvx italia; Emiliano Manfredonia, Acli; Enrico Molinaro, Ride-Aps; Giuseppe Notarstefano, Ac; Alfonso Barbarisi, Aidu. Concludono: mons. Fabio Fabene, vescovo di Montefiascone e consulente ecclesiastico AIdu, Luciano Corradini, professore emerito Università Roma Tre. Conclusioni di Stefano Zamagni, Pontifica Accademia delle Scienze Sociali.
In occasione della manifestazione si creerà un gruppo operativo e permanente tra le Associazioni promotrici: “Gruppo Sinodale per la Promozione del Dialogo Multilaterale Mediterraneo”.A fine dell’incontro i nove Presidenti sottoscriveranno il MANIFESTO per il MEDITERRANEO, a cui si aggiungeranno le adesioni di ulteriori Associazioni.Il Manifesto sarà consegnato ai giovani del Liceo “Johann von Neumann” di Roma, quale affidamento simbolico del messaggio di inclusione nel processo multilaterale delle giovani generazioni, all’inizio di un secolo pieno di fragilità.
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