In un momento di crisi dei luoghi e delle prospettive politiche tradizionali, insieme alle nuove domande che provengono dal mondo cattolico e in particolare da quell’area di pensiero che va sotto il nome di cattolicesimo democratico (si legga l’articolo di Giuseppe Notarstefano nel dossier che Segno nel mondo n. 2/2022 ha dedicato proprio a ciò), è forse utile rileggere Eucaristia e città, del monaco Giuseppe Dossetti (1913-1996), edito da Ave nel 1997 e poi ripubblicato nel 2011 in occasione del Congresso eucaristico nazionale di Ancona come contributo dell’Azione cattolica italiana. La lezione di Dossetti è ancora tra noi. Soprattutto oggi che ci avviamo a nuove elezioni politiche.
Una figura unica e straordinaria
La figura unica e, per certi versi, straordinaria di Giuseppe Dossetti ha dato molto al Paese e alla Chiesa. Da uomo politico transitato dalla Resistenza ai banchi dell’Assemblea Costituente a leader indiscusso della nuova generazione democratica-cristiana. Attorno ai quarant’anni – scrive Giorgio Campanini nell’introduzione alla seconda edizione del libro – decise di abbandonare la vita politica per «dedicarsi allo studio e alla meditazione, scoprendo per questa via la sua vocazione sacerdotale e monastica e sviluppando così – accanto all’originale magistero politico – un alto magistero ecclesiale». Un caso unico nella storia del Novecento che ha avuto sempre una notevole risonanza. Tra le altre cose, fu collaboratore stretto del card. Lercaro negli anni del Concilio Vaticano II, fino a fondare una comunità monastica, la Piccola famiglia dell’Annunziata.
Nel breve testo proposto, Dossetti torna alla centralità dell’Eucaristia in maniera sempre nuova. Nel corso della storia, infatti, l’Eucaristia è stata declinata in forme diverse: ne è stata accentuata ora la dimensione comunitaria, soprattutto nella Chiesa delle origini, ora la dimensione personale, sino a una lettura devozionistica. Eucaristia e città, in questo senso, contiene pagine ricche di profezia evangelica e civile, dove viene sottolineato il legame che unisce il momento più alto di esperienza di Chiesa insieme alle dinamiche della comunità politica. L’Eucaristia viene contemplata certamente da Dossetti nella sua accezione “orizzontale”.
I due libri editi dall’Ave descritti nell’articolo
La lezione di Dossetti… anche attraverso l’omelia
Sempre su “Dossetti e dintorni” don Fabrizio De Toni, assistente centrale per il settore Adulti di Ac e del Mlac, offre un’altra riflessione con un libro appena pubblicato. Omelia, pratica da rottamare? esplora le condizioni, non proprio esaltanti, della predicazione odierna, misurandola con il modello dell’omelia desumibile dal Magistero. L’autore decide di indagare le “intriganti” omelie di Giuseppe Dossetti: da monaco, infatti, ha imparato molto bene l’arte dell’omelia. Così scopriamo, anche inseguendo gli stimoli di papa Francesco riguardo l’uso corretto per una bella omelia, quanto l’omileta possa essere annunciatore, servo della Parola, omileta liturgo, omileta sentinella. Perché quando Parola e vita si incontrano allora l’evangelio diventa profezia.
I due libri possono tornare utili anche al prossimo modulo del settore adulti di Ac che si terrà a Bologna dal 29 al 31 luglio. Il tema, Fuori luogo comune. Sentinelle ed esploratori della politica con la P maiuscola avrà, infatti, una tappa importante a Monte Sole il 30 di luglio, sulla tomba di Giuseppe Dossetti.
*A Monte Sole risiede una parte dei fratelli e delle sorelle cenobiti della Piccola Famiglia dell’Annunziata. Si trova nell’area del Parco storico dedicato alla memoria delle stragi naziste di Marzabotto-Monzuno-Grizzana. In uno di questi luoghi, il cimitero di Casaglia, è sepolto Giuseppe Dossetti.
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