Potremmo far finta di nulla e non badare al velo di imbarazzo che ci avvolge nel pensare che chiunque, anche il più impegnato e il più devoto, ha prima o poi ceduto ai luoghi comuni della politica. Complice un dibattito pubblico sempre più emotivo e populista, alcuni slogan sono diventati trasversali nelle menti dei cittadini e frasi come “la politica è tutto un magna magna” o “perché votare? Tanto non serve a nulla” hanno sicuramente trovato un loro spazio nei discorsi di molti dei nostri aderenti.
Come fare per superare il luogo comune sulla politica e ritrovare quello slancio partecipativo fondamentale per il buon decorso di qualsiasi democrazia? Che cosa può fare l’Azione Cattolica e in particolare il settore adulti per aiutare il proprio territorio a superare la sfiducia nelle proprie istituzioni?
Queste sono le domande che il settore adulti ha provato a porsi durante l’incontro nazionale svoltosi a Bologna dal 29 al 31 luglio dal titolo Fuori Luogo Comune a cui hanno partecipato 80 soci, tra vicepresidenti, incaricati, assistenti e membri equipes da tutta Italia.
Il cammino della 3 giorni è iniziato con i saluti dei vicepresidenti Paola Fratini e Paolo Seghedoni, seguiti da un intervento di sua Em.za Card. Presidente della CEI Matteo Zuppi che ha richiamato la corresponsabilità dei laici e la necessità di impegnarci per una rinascita ecclesiale, il clero dal suo canto imparando a esercitare maggior fiducia mentre i laici dovranno mettere in campo competenze e responsabilità; in questo l’AC potrà e dovrà svolgere un ruolo centrale.
La tomba di Giuseppe Dossetti presso il cimitero di Casaglia
In un susseguirsi serrato di esperienze, i giorni seguenti si sono snodati attraverso un cammino di provocazioni intellettuali ed emotive tramite la riscoperta della figura carismatica di Dossetti, maestro dello spirito, ma anche fulgido esempio di cattolico impegnato politicamente, e la straziante rievocazione delle stragi di Monte Sole rivissute attraverso le parole del sig. Ferruccio Laffi, sopravvissuto all’eccidio. La sua testimonianza ha saputo toccare l’animo di tutti, e ricordare che il nostro sistema democratico è costato le vite di molti e che per questo non può essere superficialmente risolto da un pugno di pregiudizi.
Durante i laboratori dell’ultima giornata i partecipanti hanno potuto mettere a frutto gli stimoli ricevuti in un momento di confronto, a tratti acceso, con l’obiettivo di immaginare consigli concreti per rilanciare una partecipazione politica con la P maiuscola.
Traendo le conclusioni di quest’esperienza, è chiaro che molti sentono la necessità di riscoprire una dimensione politica dell’impegno e che l’Azione Cattolica, con il suo bagaglio formativo e spirituale, ha la possibilità, e quindi probabilmente anche la responsabilità, di stimolare un nuovo approccio ai temi politici, andando oltre i semplicistici luoghi comuni, per condurre i laici aderenti a scelte sempre più consapevoli e ad azioni concrete e positive con il fine ultimo del bene comune.
Alessandro
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