Cosa vuol dire parlare di fuorisede oggi? Vuol dire parlare di nostalgia, di solitudine, di ambizioni, di legami. Ma dirò una cosa forte: parlare di fuorisede oggi vuol dire parlare anche di diritti. Diritto alla mobilità, diritto alla casa, diritto di voto, diritto alla salute mentale. Prima di tutto però significa parlare di cinque milioni di persone: quasi un italiano su dieci sceglie di lasciare la propria casa per motivi di studio o di lavoro. Significa parlare delle loro storie. Ed è da qui, dalle storie di una manciata di fuorisede che parte questo podcast. I fuorisede ci sfidano.
Le storie dei fuorisede
Ad esempio c’è la storia di Federico, che da un piccolo paese siciliano si è trasferito a Trento per studiare Giurisprudenza e ogni volta per tornare a casa ci impiega 10/12 ore. O c’è la storia di Marta ,che dopo aver vissuto anni entusiasmanti da fuorisede a Roma e Milano ha scelto di tornare a casa sua, in Sardegna, e investire nel suo territorio. O c’è la storia di Francesco che si è spostato a Roma da Vicenza per studiare Scienze politiche e che insieme ad altri compagni di università si è accampato nei viali dell’ateneo per protestare contro gli affitti troppo alti. O ancora Marianna, che per vivere in 25 metri quadri a Milano paga quasi mille euro al mese.
Federico, Marta e gli altri…
Da qui partiamo. Dalle storie di Federico, Marta, Francesco, Marianna e molti altri. Che non sono storie eccezionali, ma anzi: attraverso la loro normalità raccontano in maniera autentica l’esperienza dei fuorisede e ci permettono di entrare nel vivo di questo fenomeno. Un fenomeno che sfida il nostro presente. Sfida le nostre città. Sfida le nostre istituzioni.
Il diritto di restare
I fuorisede ci sfidano perché reclamano a gran voce il diritto alla mobilità, a poter andare via. Ma anche il diritto di restare. Sì, perché i dati ci dimostrano che le rotte di chi si muove nel nostro Paese sono prevalentemente unidirezionali: dal Sud verso il Nord. Una condizione che può essere perfettamente riassunta nel proverbio siciliano: “Cu nesci, arrinesci”. Cioè “chi esce, riesce”. Ovvero: chi se ne va, ha successo. E gli altri? Chi non se ne va? È destinato a venire a patti con le proprie ambizioni? Diritto a restare vuol dire creare occasioni di crescita investendo nel Mezzogiorno e nei territori lontani dalle grandi città, per permettere a tutti di scegliere liberamente dove costruire il proprio futuro. Anzi, il proprio presente.
I fuorisede ci sfidano perché chiedono città vivibili, sostenibili, e case accessibili, mentre i prezzi delle case continuano a crescere, al contrario dei salari.
I fuorisede ci sfidano perché sono alla continua ricerca di comunità, di un antidoto collettivo alla solitudine.
I fuorisede ci sfidano perché l’orizzonte verso cui guardano non è fatto solamente di titoli di studio da conseguire, obiettivi di lavoro da raggiungere. L’orizzonte dei fuorisede oggi è la ricerca del proprio percorso, della propria strada. Di un posto in cui stare bene e costruire la propria casa, anche lontano da quella che “casa” è sempre stata.
Siamo all’altezza di rispondere a questa sfida?
*Roberta Lancellotti è giornalista e conduttrice di Orizzonte Fuorisede, il podcast dell’Azione cattolica italiana
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