Con grande gioia accogliamo la nomina di don Michele Martinelli, sacerdote della diocesi di Cremona, ad Assistente centrale del Settore giovani dell’Azione Cattolica Italiana. Ringraziamo il Signore per questo dono e ringraziamo il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana per questa nomina che dimostra ancora una volta la cura paterna, l’attenzione e la fiducia nei confronti di tutta l’associazione.
In Ac sperimentiamo la bellezza della corresponsabilità tra laici e presbiteri, sostanza vera del cammino di fede cui ci chiama il Signore. Gli assistenti sono per noi amici, padri e fratelli, e in questo percorso insieme ci arricchiamo reciprocamente nella nostra crescita umana e spirituale.
Accompagniamo don Michele nel suo nuovo servizio all’Ac e alla Chiesa con la nostra preghiera e con la nostra presenza. Ti accogliamo, caro don Michele, con la speranza che condividere la nostra vita di laici possa essere per il tuo ministero un dono tanto quanto, ne siamo certi, il tuo sacerdozio lo sarà per il nostro cammino e per la vita della nostra associazione.
Siamo grati per questi anni di servizio condiviso nell’Ac e nella Chiesa con don Gianluca, accompagnatore discreto e attento narratore della Parola, di cui ci ha fatto gustare la freschezza dirompente. Lo accompagniamo con la preghiera e l’amicizia nel servizio educativo che è stato chiamato a svolgere presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, certi che continuerà a seminare nella Chiesa semi buoni del Vangelo, con coraggio, competenza e bontà. La Presidenza nazionale Ac
Il saluto di don Michele Martinelli
«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19) sono le parole che accompagnano da sempre la mia esperienza vocazionale. Anche in questi giorni, mentre accolgo l’invito dell’Azione Cattolica e del suo Collegio Assistenti ad intraprendere una nuova avventura presso il Centro Nazionale, le sento vere e rassicuranti. Penso già ai compagni di strada, in particolar modo ai giovani, con i quali il Signore Gesù mi chiederà di scrivere l’inedito ogni giorno, ma utilizzando umilmente l’alfabeto di sempre. Non nascondo un pizzico di dispiacere per le barche che evidentemente devono essere lasciate a casa, tuttavia desidero fidarmi, come sempre, delle parole del Maestro, il quale manda avanti la storia – non solo quella personale – a forza di promesse. Evidentemente questo suo stile non è possibile accettarlo a cuor leggero perché viviamo, nel mondo e anche nella Chiesa, in mezzo a tante persone che non mantengono le promesse e anche noi, in tutta sincerità, sappiamo che qualche volta non abbiamo onorato le promesse fatte.
Alla famiglia dell’Azione Cattolica Italiana, alla Presidenza e al Consiglio Nazionale mi sento di promettere passione, dedizione e preghiera.
Come dicono i rabbini: «ci sono due laghi nella Terra Santa: uno riceve e dà, ed è il lago di Gennesaret; uno soltanto riceve e tiene e per sé, ed è il Mar Morto». Sento nel cuore il vivo desiderio di continuare con voi l’avventura iniziata molti anni fa dai discepoli di Gesù sul lago di Tiberiade. In una società sempre più anziana, credo assolutamente ai miracoli che i giovani possono compiere se si mantengono realmente in ascolto dalla Parola del Signore. A loro, a tutti, ma soprattutto al Signore chiedo la gentilezza di aiutarmi ad inserirmi in questa nuova comunità prendendo a prestito le parole di Madeleine Delbrêl: «Nella mia comunità, Signore, aiutami ad amare, ad essere come il filo di un vestito. Esso tiene insieme i vari pezzi e nessuno lo vede se non il sarto che ce l’ha messo. Tu Signore mio sarto, sarto della comunità, rendimi capace di essere nel mondo servendo con umiltà, perché se il filo si vede tutto è riuscito male. Rendimi amore in questa tua Chiesa, perché è l’amore che tiene insieme i vari pezzi». Don Michele
La nota biografica
Don Michele Martinelli è nato a Orzinuovi il 24 ottobre 1983. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico, è entrato nel seminario vescovile di Cremona, conseguendo il Baccalaureato in Teologia nel febbraio 2009 presso lo Studio Teologico interdiocesano affiliato alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale.
Dopo l’ordinazione presbiterale, ricevuta il 13 giugno 2009 presso la Cattedrale di Cremona ha iniziato il proprio ministero pastorale in qualità di vicario nella parrocchia SS Fabiano e Sebastiano in Cremona. Insegnate presso il Liceo Vida e presso il Liceo Beata Vergine, nel 2017 è stato nominato Assistente del settore Giovani dell’Azione Cattolica di Cremona e nel 2018 Assistente regionale del settore Giovani dell’Azione Cattolica della Lombardia. Nel 2019 è stato trasferito nella parrocchia di Rivolta d’Adda come vicario parrocchiale mantenendo gli incarichi in Azione Cattolica.
Il saluto di congedo di don Gianluca Zurra
All’Azione Cattolica Italiana, alla Presidenza nazionale, ai confratelli assistenti, al settore giovani in particolare, desidero porgere un grande ringraziamento per questi tre anni passati insieme.
La condivisione del nostro percorso ha coinciso con un tempo difficile. Il ricordo va subito ai primi mesi, quando ci siamo conosciuti virtualmente a causa della pandemia e mese dopo mese abbiamo visto rianimarsi i locali del centro nazionale. È stato un crescendo di sguardi, di voci, di attese, culminato lo scorso ottobre con i 2000 giovani sotto la tenda di Segni del Tempo. Già, la tenda! Perché in fin dei conti, come ci siamo domandati fin dall’inizio di fronte al dramma che stavamo vivendo, abbiamo cercato di non limitarci a rifare le cose di prima, evitando di cadere nel “si è sempre fatto così“. A questo proposito, abbiamo meditato, a cavallo dei due trienni, su come il Dio biblico non ami i templi o le strutture troppo distanti dalla vita, ma si trovi a suo agio nelle tende, per camminare con il suo popolo dentro la mobilità della storia di tutti i giorni. D’altronde, è questo il carisma più bello dell’Azione Cattolica: dare forma evangelica alle esperienze comuni della vita. L’ho respirato in particolare nei viaggi e negli incontri lungo lo stivale, assaporando realtà ecclesiali nascoste, a volte piccole o ai nostri occhi periferiche, ma che sono la vera e insostituibile nervatura concreta della nostra associazione.
Proprio dall’immagine della tenda credo che sia fondamentale ripartire e proseguire, per alleggerire senza semplificare, per snellire senza recidere, purché il Vangelo possa risuonare per tutti e per ciascuno. Ora continuerete il percorso con don Michele, che ringraziamo per la sua disponibilità e che nei prossimi mesi inizierà la sua avventura di Assistente nazionale. Troverete in lui una guida affidabile, saggia, un compagno di viaggio che continuerà a smontare e rimontare la tenda insieme a voi. Vogliategli bene, senza dimenticare mai, come ci siamo detti all’ultimo convegno assistenti, che ogni prete è prima di tutto un uomo, fratello tra fratelli.
Riconoscente verso tutto il collegio assistenti, la presidenza, i dipendenti del centro nazionale, verso Lorenzo, Emanuela e Andrea, insieme ai consiglieri nazionali e ai membri di équipe per il confronto, il lavoro, il pensiero profondo di questi anni, chiedo perdono per le inevitabili mancanze e ringrazio insieme a voi per tutto ciò che è andato a buon fine, a servizio dell’associazione e della Chiesa.
Adrien Candiard, autore a cui ci siamo riferiti alcune volte in presidenza, scrive così: «I portali delle cattedrali hanno fatto dell’acrobata, capace di camminare sulle mani, l’immagine della conversione cui siamo chiamati: conversione altro non vuol dire se non capovolgimento. Normalmente noi camminiamo sui piedi e teniamo la testa in alto. Ma quando dice “convertitevi“, Gesù ci dice “rovesciatevi“; e non soltanto “girate la testa per guardare nella direzione giusta“ ma, ben di più: “Capovolgetevi, capovolgete la vostra maniera di vedere il mondo“. È un po’ folle, quando ci si pensa. Se fossimo veri cristiani, gli altri dovrebbero trovare che siamo un po’ matti; dovrebbero pensare che camminiamo sulle mani. Perché non sanno che è guardando il mondo alla rovescia, uscendo dalle nostre logiche così familiari di egoismo e sicurezza, che si vede finalmente il mondo così com’è, ovvero come Dio l’ha voluto».
Ebbene sì! Non abbiate paura di capovolgervi! La vertigine dura un istante, ma poi si aprono squarci inediti di Vangelo dove meno ce lo aspettiamo. Io cercherò di farlo insegnando teologia e nel servizio che mi sarà richiesto tra le colline di Langa, sapendo, da ora in poi, che sparsa per l’Italia c’è un sacco di gente in grado di escogitare meravigliose capriole evangeliche.
E allora, cari sorelle e fratelli “acrobati”, buon proseguimento e buon cammino, con una tenda semplice e ospitale, sulle strade del mondo. Don Gianluca
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