Estate: tempo di vacanze, relax e…camposcuola! Ed ecco che 120 tra giovani, giovanissimi, equipe giovani, l’assistente e due seminaristi decidono di andarsene “in disparte” a Montagna Gebbia per vivere un “tempo di ricerca” personale e di gruppo, tempo favorevole da dedicarsi per compiere scelte importanti, da vivere con gioia, riscoprendo la bellezza dello stare insieme. Seguendo la traccia di campo suggerita dal centro nazionale di AC dal titolo Researching Time, abbiamo analizzato e approfondito il Documento preparatorio alla XV Assemblea generale ordinaria dei vescovi, il cosiddetto Sinodo dei giovani 2018 che ha per tema proprio “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Questo perché «la Chiesa vuole incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane, nessuno escluso». Abbiamo voluto iniziare da una caccia al tesoro e dal segno di togliersi le scarpe per poi rimetterle tutti insieme, segnando l’orario in cui ci siamo messi in cammino su una “strada comune”, per orientarci e scoprire il tema del campo, vivendo sin da subito la dimensione esperienziale tipica dell’Azione Cattolica. Nei giorni successivi ci siamo poi concentrati appieno sulle parole che Papa Francesco ci ha affidato proprio all’interno del documento ovvero riconoscere, interpretare e scegliere. Parole che riguardano il difficile ma importante dono del discernimento. E’ stato bello e significativo quindi riconoscere i nostri «desideri, sentimenti, emozioni», riflettendo sugli effetti che gli avvenimenti e le relazioni della vita producono sulla nostra interiorità e scoprendo che Dio è pienamente presente in tutti gli aspetti della nostra esistenza; interpretare «a che cosa lo Spirito sta chiamando attraverso ciò che suscita in ciascuno», cogliendo l’origine e il senso dei desideri e delle emozioni provate e comprendendo che i nostri sogni-progetti, non per forza straordinari come quelli di alcuni personaggi diventati famosi ma legati spesso alla nostra ordinarietà, sono ancora più preziosi se condivisi con gli altri e soprattutto portano del bene; e infine scegliere, poiché «l’atto di decidere diventa esercizio di autentica libertà umana e di responsabilità personale», riconoscendo che le scelte che compiamo per costruire il nostro progetto di vita sono chiamate a tradursi in azione, ma che questo comporta sicuramente impegno, fatica, rischio, dedizione e soprattutto fiducia in se stessi e in Dio. Anche nella veglia serale, per cercare “punti di riferimento”, ci siamo ritrovati addirittura a guardare le stelle provando ad individuare e comprendere, come dei marinai smarriti e spaventati, la giusta rotta che conduce ognuno di noi alla propria piena realizzazione: questa ricerca in mezzo al nostro confuso cielo interiore ci ha portati a seguire la stella polare fissa, Gesù, in relazione alla quale tutte le altre stelle acquisiscono un senso, con un atteggiamento di ascolto e preghiera tipico del discepolo che ha fede nel suo maestro. Abbiamo infine preso consapevolezza del fatto che «non vi è vocazione che non sia ordinata ad una missione accolta con timore o con entusiasmo», stati d’animo sempre coesistenti in noi giovani e addirittura necessari per accogliere la chiamata alla propria vocazione e siamo tornati a casa con l’impegno di prendere in mano con coraggio la nostra vita, mirare sempre alle cose più belle e profonde e conservare sempre un cuore libero, per realizzare tutti i nostri progetti di vita e raggiungere la tanto da noi desiderata felicità!
Chiara Lo Cascio
Vicepresidente diocesano giovani