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Eurispes: italiani più indebitati e preoccupati - Azione Cattolica Italiana Arcidiocesi di Palermo

Eurispes: italiani più indebitati e preoccupati

C’era da aspettarselo, nonostante le manciate di ottimismo che il Governo continua a disseminare gli italiani percepiscono una situazione di instabilità che tende a crescere inesorabilmente. È quanto racconta il 34° Rapporto Eurispes. L’87,3% degli intervistati dichiara la propria preoccupazione per la crisi economica, l’84,3% teme fortemente lo scoppio di un conflitto mondiale. Il 57,3% si è detto più demotivato, il 53,3% più ansioso, il 42,9% più depresso. D’altra parte, le cose non vanno bene e se la pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere, la guerra in corso, con le sue ricadute economiche, non concorre a dare un maggior senso di stabilità.

Per il 39,4% delle persone intervistate, la situazione economica nell’ultimo anno è peggiorata e quasi la metà delle famiglie (45,3%) ha dichiarato di dover metter mano ai propri risparmi per arrivare a fine mese. I conti non tornano con il mutuo da pagare, con l’aumento delle bollette e del cibo e anche chi sta un po’ meglio fatica (-4,7%) a metter da parte qualche soldo per garantirsi una certa sicurezza. Per molti, anche le spese mediche sono razionate: il 24,5% degli italiani, infatti, ha dichiarato di sostenerle con fatica.Insomma, la vita costa sempre di più e il 35,7% delle famiglie è dovuto ricorrere a prestiti da parenti o amici, il 18% dalle banche, mentre gli acquisti ritenuti necessari vengono fatti da un italiano su tre a rate. Non c’è ottimismo nel Paese, dove per il 47% degli intervistati la situazione economica peggiorerà.

C’è anche una minor fiducia nelle istituzioni. Il 30,3% degli italiani (tre su 10) lo ha dichiarato esplicitamente, anche se il 55,6% ha rinnovato il proprio consenso per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per il resto, gli eroi di quest’annata difficile sono i volontari: il 70,7% degli italiani apprezza e ringrazia per il loro lavoro. In particolare, coloro che tutelano il cittadino attraverso il proprio impegno nelle associazioni dei consumatori (52,4%) e i pompieri, che raccolgono l’85,8% dei consensi per il loro operato. Sono amati dagli italiani anche i poliziotti (60,3%) e le forze dell’ordine in genere, mentre tra le forze armate il maggior consenso lo ottiene la marina militare (70,3%). La fiducia nella magistratura non arriva al 50%: solo 4 italiani su 10 vi si affidano senza remore.

La pandemia resta ancora uno dei temi di discussione più presenti. Rispetto al Covid-19, 1 italiano su 4 è ritiene che non sia nato per caso. Solo il 4,8% nega che si sia mai trattato di una pandemia. Tutti gli altri si dividono tra chi ritiene che il virus sia stato creato in laboratorio e poi sfuggito dal controllo (42,1%), chi pensa che sia stato deliberatamente diffuso (25,7%) e chi crede che ci si sarebbe accorti troppo tardi della sua esistenza e non ci sia stata la capacità di bloccarlo (15,4%). L’11,3% ritiene infine che il virus sia un normale virus influenzale usato per altri scopi. Nelle teorie complottiste compaiono vari responsabili: il governo cinese al primo posto (31,4%), poteri forti globali (27,3%) e multinazionali farmaceutiche (12,1%).

Nel caso in cui ci dovessero essere ulteriori limitazioni imposte dalla pandemia, il 38% degli italiani ha dichiarato di esser disponibile ad accettarle se necessario mentre il 39,3% si è detto poco disponibile e il 22,7% per niente disponibile a limitare ancora la propria libertà. Ciò che di buono è scaturito dal Covid-19, secondo la maggior parte degli italiani, sarebbe la riforma della sanità, con la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e più cure a domicilio.

Da segnalare la diffusione dei reati informatici: i giovani sono i più esposti. Quasi 3 italiani su 10 sono rimasti vittime di truffe informatiche (27,2%). Il secondo reato informatico più diffuso è l’inganno da falsa identità (15,3%), segue il furto di identità (13,2%). L’11,5% ha dovuto fronteggiare il cyber stalking, ossia lo stalking attraverso la Rete. Nel 5,8% dei casi il reato subìto è stato il revenge porn: la diffusione, senza consenso, di foto o video intimi, tramite social o piattaforme digitali, con l’intento di denigrare e mettere in profondo imbarazzo la persona ritratta. I giovanissimi 18-24enni sono coloro i quali rimangono più spesso vittima di cyber stalking (17,6%) e di revenge porn (10,9%), rispetto alle altre categorie.

Infine, la netta maggioranza degli italiani (66,1%) usa il telefonino a letto, al risveglio o prima di dormire. Guardare lo smartphone diviene così per molti la prima e l’ultima azione della giornata, ma anche la più diffusa. La maggioranza lo utilizza mentre guarda la televisione (54,4%) e mentre è in bagno (53,6%); la metà del campione a tavola mentre mangia da solo (50,3%) e il 26,5% anche quando è a tavola in compagnia. In molti lo usano mentre camminano (42,7%); il 37% fa “selfie” e li pubblica sui social network. Circa un terzo (32,2%) lo usa quando è fermo ai semafori, ma quasi un quarto (23,9%) anche mentre guida. Il 28,2% ha l’abitudine di geolocalizzarsi e pubblicarlo sui social.
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