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Famiglie e media. Basta a nuovi e vecchi cliché - Azione Cattolica Italiana Arcidiocesi di Palermo

Famiglie e media. Basta a nuovi e vecchi cliché

«È possibile valorizzare anche una visione positiva e non banale di famiglia e società e darle modo di diffondersi in maniera virtuosa, ovvero attraverso un costruttivo dibattito delle idee?»: è la domanda tutt’altro che retorica fatta in Commissione di Vigilanza Rai, lo scorso 6 giugno, da Adriano Bordignon, dallo scorso marzo neo presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, la più vasta rete di rappresentanza delle famiglie in Italia. Composto da 54 associazioni – tra questa l’Ac – e da 19 Forum regionali che, a loro volta, sono composti da Forum locali e da una base di oltre 580 associazioni. Una realtà che si stima rappresenti più 5 milioni di famiglie italiane.

No al contrasto fittizio tra famiglia tradizionale e famiglia moderna

Una domanda quella del presidente del Forum che nasce da una amara costatazione alla portata dei nostri occhi: «Nell’immaginario mediatico la famiglia occupa da sempre uno spazio di grande rilevanza perché ad essa sono legati tantissimi simboli e atmosfere, funzionali allo sviluppo delle strutture narrative. Purtroppo oggi vengano per lo più privilegiate narrazioni di situazioni disfunzionali e di tensioni relazionali che nella maggioranza dei casi, non si ricompongono, generando di conseguenza banalità», e il «contrasto fittizio e reiterato» tra famiglia tradizonale e famiglia moderna funzionale a una semplificazione dei legami familiari e a una certa «spettacolarizzazione della vita domestica e delle sue fragilità».

Basta banalità e stereotipi sulla famiglia

Per Bordignon il compito del Servizio pubblico nazionale nonché prima azienda culturale del Paese dovrebbe essere quello di non incentivare banalità e stereotipi sulla famiglia, ma «offrire al pubblico un’immagine della famiglia più vicina alla realtà e lontana dagli stereotipi e dalla spettacolarizzazione delle fragilità, oggi in voga in una certa narrazione mediatica mainstream, ovvero una famiglia in grado di affrontare i problemi e le contraddizioni, anche le più drammatiche, con la consapevolezza che i legami familiari sono anche una fonte di opportunità e non un vincolo alle proprie libertà». La conseguenza è che oggi è sempre più raro ritrovare nei palinsesti la narrazione di valori come la famiglia, la genitorialità e la natalità.

Maggiore attenzione alle nuove generazioni e alla natalità

«Non si tratta di affermare un’idea politica o morale», chiarisce il presidente Bordignon, «ma di contribuire concretamente agli obiettivi di coesione, stabilità e sviluppo sociale di cui il Servizio pubblico è garante. Ci auguriamo che questi principi possano trovare in ogni genere televisivo una peculiare declinazione, con un’attenzione alle nuove generazioni e alla natalità. Da loro passa il futuro del Paese, sia dal punto di vista economico che culturale e sociale».Per il presidente del Forum, «anche i temi della coesione sociale, della promozione del bene comune e dell’accoglienza meritano una maggiore evidenza con film e serie che ne facciano una narrazione accessibile. Esistono film su affido, adozione e accoglienza in generale di cui la Rai dovrebbe essere il promotore per eccellenza».

Estensione quantitativa e qualitativa della tutela dei più piccoli

Un’attenzione particolare è stata chiesta per i minori, a partire da «una estensione quantitativa e qualitativa della tutela dei più piccoli». Per Bordignon «sistemi di parental control dovranno essere resi disponibili sia per i canali lineari che per RaiPlay». E altresì necessario ampliare il rapporto diretto tra la Rai e le famiglie italiane che pagano il canone, «da implementare attraverso canali di comunicazione innovativi e i più moderni sistemi di Crm (Citizen Relationship Management), per rendere i cittadini non solo più informati ma anche il più possibile partecipi nelle attività di indirizzo del Servizio pubblico».

Valorizzare una visione positiva e non banale di famiglia

La famiglia è senza dubbio il “luogo” in cui il cambiamento sociale e le sfide poste dalla contemporaneità si concentrano con maggiore intensità. Allo stesso tempo, oggi più che in passato, la capacità delle famiglie di formarsi, essere resilienti, creare relazioni solide ed educative, promuovere il civismo e la responsabilità sociale è fortemente connessa al tema dell’inverno demografico che sta segnando il presente ed il futuro del nostro Paese. Queste due dati di fatto devono spingere in una sola direzione: «valorizzare una visione positiva e non banale di famiglia e società, attraverso un dibattito costruttivo di idee» che superi un ritratto di famiglia quale «luogo di eterno conflitto, amplificatore di malinconia, tristezza e tensioni relazionali». Consapevoli che «riflettere sulla famiglia vuol dire riflettere sul futuro del Paese ovvero su quale tipo di società vogliamo lasciare ai nostri figli».

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