Estate è il tempo di viaggi, e anche io mi sono messa in viaggio la scorsa settimana. Un viaggio in treno certamente, che ha richiesto numerosi cambi e tempi di attesa, ma anche quel viaggio che non ha bisogno di mezzi per iniziare che non ti porta in un luogo fisico diverso, ma ti porta ad esplorare il tuo cuore e la tua storia.
Sono partita all’alba per arrivare quasi al tramonto, un viaggio che mi ha portato fuori dalla frenesia degli ultimi tempi per portarmi in una dimensione di lentezza e di silenzio, di tempo scandito dalla preghiera e dalla riflessione.
Ho scelto di dedicarmi un fine settimana accogliendo la proposta del settore adulti di AC.
Il titolo “Ginocchia e cuore si sciolgono” tratto dall’Odissea, francamente non lasciava presagire nulla del tema che si sarebbe sviluppato, ma a me bastava che fosse una proposta dell’AC e che ci si sarebbe confrontati con la Parola, l’arte e la letteratura.
Arrivare a Spello, con la valle che ti si apre davanti è davvero una boccata di ossigeno, anche spirituale. Il silenzio interrotto solo dal canto delle cicale, il verde a perdita d’occhio che si abbraccia al cielo terso sono davvero un ristoro per gli occhi e per il cuore. L’incontro con Carlo Carretto, non un estraneo, ma un compagno di viaggio che riesci quasi a vedere seduto sul muretto con lo sguardo perso verso l’orizzonte che ti invita ad unirti nella contemplazione.
Come in una coreografia accuratamente studiata, la Parola ha danzato armoniosamente con le opere d’arte di De Chirico e Chagall. Su questo non c’erano dubbi. Ma che potesse diventare un passo a tre, addirittura con i poemi omerici, è stata davvero una grande sorpresa.
Ci siamo scoperti tutti un po’ Ulisse desideroso di tornare a casa. Era meno scontato sentirsi Telemaco bisognoso di ritrovare un padre che, benché lontano, non ha mai smesso di amare e cercare. Quanto questo weekend end abbia detto alla mia storia non sono ancora in grado di dirlo. Tante finestre si sono aperte, tante ferite sono state toccate, e tante carezze sono arrivate inaspettate, ma questo è stato uno dei regali più belli che mi sia fatta.
La Parola è davvero sempre la stessa e sempre nuova capace regalarci sguardi rinnovati su noi stessi e sul nostro cammino.
Iolanda Milone, diocesi di Brindisi-Ostuni
I riflessi …della vita!
La formazione degli adulti – come insegna il nostro metodo – parte dalla vita che si lascia illuminare dalla Parola per ritornare all’esperienza personale e comunitaria rinnovarsi dall’incontro col Signore.
Ogni animatore ha quindi di fronte a sè la sfida appassionante di accompagnare il gruppo a raccontarsi, a mettersi in ascolto della Parola per tradurre poi le intuizioni che lo Spirito suggerisce per abitare questo tempo.
In questa prospettiva un’opportunità preziosa è rappresentata dai cosiddetti ‘riflessi della cultura’: l’arte, la musica, il cinema, la letteratura sono strumenti utili per animare la vita del gruppo.
Non si tratta solo di trovare un testo o una canzone ‘per dare inizio all’incontro’, ma di aiutare gli adulti a trovare parole per raccontare la vita, per approfondire una tematica favorendo la riflessione personale e di gruppo mettendosi sulle tracce della bellezza che scorre nella vita di ogni tempo.
Non serve per forza un esperto di arte o di letteratura, l’animatore può sfruttare i suggerimenti del testo oppure coinvolgere i talenti, talvolta nascosti, all’interno del gruppo per la lettura di un’opera d’arte o di un libro o per ascoltare una canzone: è importante che questi momenti siano inseriti armonicamente all’interno del percorso e allo stesso tempo che coinvolgano il gruppo perché ciascuno possa ritrovare la sua storia personale attraverso il confronto (non per forza scientifico o accademico) con un testo o un incontro evocativo con un quadro o semplicemente attraverso l’ascolto di una canzone.
E poi è bene dare spazio alla fantasia che sappia intercettare i gusti del gruppo e, allo stesso tempo, le proposte presenti sul territorio: un’uscita dedicata all’arte o alla natura, una serata al cinema o ad una mostra possono essere occasione per ‘allargare il giro’ e per creare alleanze preziose per il gruppo e l’associazione.
Sarà poi cura dell’animatore trovare gli strumenti adatti perché ciascuno faccia risonanza di suggestioni, parole, attenzioni significative per il percorso di gruppo; in questo senso può essere utile appuntare/condividere su un semplice taccuino o attraverso un brainstorming, ma si può anche lavorare in maniera interattiva proponendo esperienze di riscrittura o attività artistiche utili alla condivisione di gruppo.
E poi si può dare spazio anche a mezzi espressivi ‘meno tradizionali’ come il fumetto, la cucina, lo sport, la radio, i blog, la fotografia… ogni linguaggio può raccontare qualcosa e, allo stesso tempo, aiutare il gruppo a raccontarsi.
Non è importante proporre troppe attività né aspirare un approccio troppo approfondito o, ancora peggio, esaustivo: ciò che conta è aprire il gruppo alla bellezza, metterlo in dialogo con culture, storie ed esperienze diverse che hanno il sapore della vita, la nostra!
Nicola De Santis, consigliere nazionale adulti di AC
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