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IA, un nodo da sciogliere nella costruzione della pace - Azione Cattolica Italiana Arcidiocesi di Palermo

IA, un nodo da sciogliere nella costruzione della pace

pubblichiamo la relazione introduttiva di Sandro Calvani, presidente del Comitato scientifico dell’Istituto di Diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo”, al seminario organizzato dallo stesso Istituto insieme all’Azione cattolica italiana e all’Università Lateranense, venerdì 19 gennaio 2024, in occasione del Messaggio di papa Francesco per la LVII Giornata mondiale della pace

Viviamo un’epoca dirompente nello sviluppo del Creato. L’era contemporanea chiamata Antropocene riconosce che l’umanità ha ormai raggiunto forme avanzate di governo – a volte distopiche ma innegabili – di tutto ciò che esiste sulla Terra.

Si direbbe che si sia avverato – a insaputa di molti – il mandato del Creatore, scritto nel libro della Genesi: «Dio creò l’uomo e la donna a sua immagine; Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate ogni essere vivente».

Allo stesso tempo viviamo anche – per la prima volta – una permacrisi profonda delle dinamiche essenziali per la nostra stessa sopravvivenza, come le questioni ambientali, la biodiversità e le nuove minacce di conflitto mondiale o nucleare.

Dato che tutto è connesso, il governo e soprattutto la custodia del creato sono divenuti molto ingarbugliati. Troppi decisori disinformati e non coordinati creano milioni di nodi da sciogliere; nel farlo accumulano basi di dati così immense che il cervello umano non riesce a comprenderle e/o trarne decisioni univoche e veloci.

La delega all’IA

L’innovazione più dirompente dell’antropocene è divenuta dunque la delega che da qualche anno abbiamo dato alle intelligenze artificiali (IA) di servire e aiutare l’intelligenza umana, quando e come richieste.

Il primo passaggio è stato la digitalizzazione di tutte le tecnologie conosciute finora, dal trasporto aereo ai telefoni mobili, dalla salute ai sistemi delle borse valori. In parole povere si è trattato di un progressivo avvicinamento tra persone e macchine/algoritmi e tra macchine/algoritmi e persone che ha reso le intelligenze umane e quelle artificiali fortemente interconnesse.  

Si sono piaciute a prima vista…

Esse si sono piaciute a prima vista. Per esempio ChatGPT, una IA nata il 30 Novembre 2022, ha raggiunto il primo milione di account in 5 giorni, mentre Facebook nel 2004 ci ha messo 10 mesi e Netflix ci mise tre anni e mezzo. GPT significa trasformatore generativo preaddestrato; è un modello linguistico di IA avanzato, sviluppato da OpenAI. Oggi ChatGPT riceve e risponde a circa due miliardi di contatti al mese.

Le conoscenze di Chat GPT-3 sono espresse in concetti articolati con 300 miliardi di parole, cioè oltre 570 GB che equivalgono a oltre 1,3 milioni di libri, o più di tre volte la quantità di testo contenuta nell’intera Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, che è tra le più grandi al mondo.

ChatGPT4 è molto più potente. Le conoscenze di altre AI simili, per esempio quelle di Microsoft e quella di Amazon sono comparabili con ChatGPT, anche se la loro ingegneria è un po’ diversa.

Si tratta di un’evoluzione della strumentazione a disposizione dell’umanità molto più importante di quelle viste in altre ere della storia. Passati circa 200mila anni dalla comparsa dei primi Homo sapiens sulla Terra, ora che ci siamo moltiplicati fino a una popolazione che supera gli 8 miliardi di persone, abbiamo cercato e creato un nuovo strumento, una nuova evoluzione di paradigma di governo di tutto il creato: le intelligenze artificiali.

Vista la estrema complessità delle sfide relative alla custodia del creato questa nuova invenzione dell’uomo dovrebbe essere certamente benvenuta. E in termini di utenze le IA non potevano ottenere un successo maggiore di quello che hanno avuto. Sono arrivate per restare in mezzo a noi per i prossimi secoli. 

Lo sviluppo dell’IA ha colto di sorpresa tutti noi

Ma lo sviluppo rapido e globale delle IA ha colto la maggior parte delle persone di sorpresa. Questo scenario di rapido cambiamento, di fatto, è un processo interdisciplinare che interroga competenze e discipline diverse, mettendo sul tavolo numerosi fattori di crisi e nuovi stimoli. 

Pochi mesi dopo le preoccupazioni espresse da papa Francesco nel suo messaggio per la 57° giornata della Pace 2024 su Intelligenza artificiale e Pace, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha convocato un gruppo di 39 esperti per orientare le prossime decisioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale dell’ONU, che stanno cercando un consenso universale per creare delle regole globali di creazione e gestione delle IA. Tale regolamentazione fino ad ora è stata diversissima tra tanti paesi e continenti e dunque frammentata fino a renderla poco utile. 

Inevitabili tensioni

Come era già successo per precedenti nuove tecnologie invasive e dirompenti, come per esempio le cibervalute o le comunicazioni satellitari, sono inevitabili le tensioni tra chi vuole regolamentare ogni minimo dettaglio e chi preferirebbe la piena libertà della ricerca e delle imprese.

Ma certamente la rapida crescita delle IA nelle tecnologie già in atto che mettono a rischio vite umane, come veicoli o tecniche chirurgiche guidate da robot, fino ai recenti droni armati con facoltà di uccidere persone, rappresentano preoccupazioni che devono trovare una forma di regolamentazione mondiale inclusiva e condivisa.

Come hanno sottolineato Cosimo Acoto del MIT e altri filosofi dell’algoretica (etica delle tecnologie digitali), non sono meno preoccupanti altre “invasioni di campo” recenti delle IA generative nel settore giudiziario e legale e in quello dei consumi, dove le IA sono già divenute veri e propri partner di importanti decisioni umane: a volte si comportano come mentori, altre volte come dei tutor. Io stesso ho toccato con mano le raccomandazioni generate dalle IA nelle selezioni del personale di importanti organizzazioni internazionali, quando l’annuncio di un posto vacante attirava migliaia di domande, il cui filtro iniziale era affidato alle IA. 

E allora?

Non possiamo certo illuderci di recuperare il sorpasso di efficienza delle IA rispetto alle nostre intelligenze umane. Al contrario, le IA, che sono prive di emozioni e di passioni, continuano a crescere in potenza e connessioni, poliedricità e velocità di analisi di tutto ciò che può essere digitalizzato; mentre le intelligenze umane – un po’ sperdute nei mille nodi della policrisi – si rifugiano in micro-insiemi di gruppo omogenei, che rifiutano le diversità e i dubbi, gruppi sempre più frammentati e poco inclini a impegnarsi in analisi complesse. I pensatori, gli esperti e le persone che hanno dottorati in tante scienze moderne continuano a elaborare ragionamenti e spiegazioni di alto livello, ma sempre meno persone riescono a capirli. 

Nel 2017, il prof. Richard Thaler ottenne il premio Nobel per l’economia per il suo saggio brillante sul Nudge(spintarella gentile), dimostrando come sia possibile e frequente orientare le scelte e i comportamenti sociali ed economici con piccoli consigli quasi invisibili. Niente ci garantisce che le IA non possano riservarci lo stesso trattamento, a partire per esempio dalla gestione dell’informazione. 

In particolare la gestione dei conflitti armati è già stata completamente rimodellata dalle IA che conquistano sempre più spazio strategico nell’analisi previa al conflitto, nello schieramento di armi al fronte e nelle retroguardie sempre più governate da sistemi digitali e – quasi incontrastata – nel sottile e sofisticato travisamento dei fatti per uso dei politici e del pubblico in generale. Inoltre, le IA vengono usate in misura crescente non solo per massimizzare la letalità delle armi ma anche per identificare altri interventi sociali, economici o diversi hackeraggi digitali che devastino il più possibile la vita dei civili nei paesi nemici. Questo tipo di puntamento disumano su obiettivi civili di massa è del tutto proibito dal diritto internazionale, ma finora non è mai stato punito. 

Creare un’Agenzia mondiale sulle IA

Per questo la maggioranza dei paesi membri delle Nazioni Unite vedono con favore l’ipotesi della creazione di un’Agenzia mondiale sulle IA, sul modello della IAEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica) che a partire dal 1957 ha regolato progressivamente e con buona efficacia quel settore di immensa importanza globale. Alcune organizzazioni internazionali come l’OMS, l’UNESCO e l’Unione Europea hanno già fatto importanti passi avanti nel creare alcune aree di consenso e alcune grandi multinazionali del settore digitale sembrano orientate a collaborare. Non si può sottovalutare l’importanza di arrivare alla svelta a un consenso globale e passare ad applicare regole comuni sulla creazione e sull’uso delle IA.

Anche tutte le fedi religiose hanno responsabilità di primo piano nel coscientizzare le loro comunità di credenti, ampliare la loro comprensione dell’etica delle IA, e ispirare la loro partecipazione attiva, come in passato si è verificato per altre grandi cause globali, come l’ambiente, il razzismo e la povertà del Sud del mondo. 

L’Azione cattolica italiana e tutta la Chiesa italiana si uniscono all’appello del Santo Padre nel chiedere ai leaders italiani e quelli del mondo intero di orientare alla pace e allo sviluppo giusto e inclusivo gli enormi progressi nelle nuove IA.

Esse infatti «offrono opportunità entusiasmanti e gravi rischi, con gravi implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli». Già da adesso, risultati positivi sono a portata di mano per l’umanità intera e «saranno raggiunti solo se ci mostreremo capaci di agire in modo responsabile e di rispettare valori umani fondamentali come inclusione, trasparenza, sicurezza, equità, privacy e affidabilità», ha aggiunto il Papa.

Il nostro punto di vista

Dal nostro punto di vista come Istituto Giuseppe Toniolo per il diritto Internazionale delle Pace, sottolineiamo che l’uso responsabile delle IA può contribuire alla costruzione della pace in diversi modi, a patto che il loro impiego sia guidato da principi etici e umanitari, per evitare potenziali rischi e abusi.

Gli usi più promettenti delle IA nella costruzione della pace globale includono queste applicazioni: 

Analisi dei dati per la prevenzione dei conflitti. Le IA possono essere utilizzate per analizzare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti, come social media, notizie e rapporti, al fine di individuare precocemente potenziali situazioni di tensione o conflitto. Questa analisi avanzata può aiutare a prevenire o mitigare i conflitti prima che si intensifichino.

Mediazione e negoziazione. Gli algoritmi di IA possono essere sviluppati per assistere nei processi di mediazione e negoziazione tra le parti coinvolte in un conflitto. Le IA possono aiutare a identificare soluzioni potenziali, suggerire compromessi e facilitare la comunicazione tra le parti in modo imparziale.

Gestione delle risorse. Le IA possono essere utilizzate per ottimizzare l’allocazione delle risorse, come terra, acqua ed energia, contribuendo così a ridurre le tensioni legate alla scarsità di risorse che divengono causa di conflitto.

Monitoraggio dei diritti umani. Sistemi avanzati di IA possono essere impiegati per monitorare e identificare violazioni dei diritti umani. Questo monitoraggio può aiutare a mettere in luce abusi e promuovere la giustizia, svolgendo un ruolo nella prevenzione di tensioni sociali e conflitti.

Assistenza umanitaria. Le IA possono essere utilizzate per ottimizzare la distribuzione delle risorse umanitarie in situazioni di crisi. Algoritmi avanzati possono analizzare i dati in tempo reale per identificare aree in cui è necessaria assistenza urgente, migliorando così l’efficacia delle operazioni di soccorso.

Educazione e consapevolezza. Programmi basati su IA possono essere utilizzati per fornire istruzione e promuovere la consapevolezza in materia di pace e risoluzione dei conflitti. Questo può contribuire a creare una cultura di pace e a prevenire futuri conflitti attraverso l’educazione.

Simulazioni per la formazione: Le IA possono essere impiegate per creare simulazioni realistiche che aiutano gli operatori umani a sviluppare competenze di gestione dei conflitti e risoluzione pacifica. Queste simulazioni consentono di allenarsi in ambienti controllati e migliorare le capacità negoziali e diplomatiche.
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