A Gorizia e Nova Gorica si è svolta, domenica 31 dicembre 2023, la 56a Marcia nazionale per la pace promossa da Pax Christi, dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dall’Azione Cattolica Italiana, dalla Caritas Italiana, dal Movimento dei Focolari e, in particolare, con il contributo concreto dall’arcidiocesi di Gorizia-Goriška Nadškofija.La Marcia della pace 2024 si è immersa da subito sulle grandi questioni che attanagliano l’attuale situazione internazionale, aggravata oltre che dal conflitto russo-ucraino anche dalla drammatica guerra tra israeliani e palestinesi a Gaza, senza dimenticare che il mondo è colpito, ahi noi, da 59 guerre dichiarate e 170 conflitti.
Il progresso e la logica della pace
In questo contesto va inserito il tema proposto da papa Francesco in occasione della 57a Giornata mondiale della pace del 1° gennaio dal titolo “Intelligenza artificiale e pace”. Un tema quanto mai di attualità, di delicata attenzione e coscienza sul senso del progresso della tecnologia e della scienza nella logica della ricerca della pace.Il cammino di pace è iniziato ricordando una figura emblematica di tutti i cammini di pace: mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, scomparso nel 2023. Una figura di vescovo legato molto ai temi del Concilio per essere stato direttamente coinvolto ma soprattutto persona capace di dare valore e senso alla pace come strumento di testimonianza di fede della comunità dei credenti.
Abbiamo attraversato i luoghi simbolo di una terra, quella goriziana, dove si sono intersecati tratti di storia degli anni del Novecento e dell’inizio degli anni duemila carichi di tragedie ma anche di speranze.
Le tappe di questo cammino
Il sacrario di Oslavia, luogo simbolo dei morti della Prima guerra mondiale. Più di 57.000 morti di cui 36.000 persone ignote, andate a morire non per ideali ma per servire i reciproci paesi: italiani, austriaci, ungheresi, cechi, e altri rappresentanti di popoli europei. Hanno dato la loro testimonianza il vescovo di Gorizia, mons. Redaelli e mons. Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi.
Il convitto salesiano di San Luigi, centro per i minori stranieri non accompagnati coinvolti nella cosiddetta rotta balcanica. Ha testimoniato il gesuita padre Giovanni Lamanna che ha ricordato il “prezzo” di tante persone provenienti dai luoghi martoriati dell’Africa e dell’Asia e un giovane quasi diciottenne proveniente dall’Afganistan.
La piazza della Vittoria, luogo simbolo della vittoria italiana nella Prima guerra mondiale. Ci sono state due testimonianze qualificate dell’assessore Patrizia Artico del comune di Gorizia e del professore Luca Grion che ha illustrato e proposto alcune riflessioni sul tema dell’intelligenza artificiale e la pace. È stata interessante una sottolineatura: è necessario fare pace con l’intelligenza artificiale ovvero utilizzarla a fini di pace nelle relazioni umane.
Attraversando le vie cittadine in direzione confine, siamo passati a fianco della Sinagoga di Gorizia, centro importante della formazione religiosa e culturale ebraica. È paradossale pensare che la Sinagoga è rimasta in Italia ma il cimitero ebraico di là dalla frontiera in Slovenia.
Quando un confine diventa luogo di pace e fratellanza
La Piazza Transalpina di fronte alla ferrovia di Nova Gorica è diventata luogo e simbolo della riconciliazione in chiave europea tra Gorizia italiana e Nova Gorica slovena. Essa rappresenta il primo punto della terra d’Europa. Ed è la piazza dove, nel gennaio 2021, il presidente Sergio Mattarella e Borut Pahor, presidente della repubblica di Slovenia, hanno celebrato congiuntamente la nomina a Capitale europea della cultura 2025 delle città di Gorizia e Nova Gorica. Nella piazza, di fronte alla storica stazione ferroviaria, c’è stata la testimonianza toccante di Silvester Gaberšček che ha ricordato il valore di questa piazza dove il confine è diventato luogo di fratellanza.
La Concattedrale di Nova Gorica, infine, è stata la meta conclusiva della Marcia di Pace. Qui mons. Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia, ha concelebrato la Santa Messa. Durante la quale si sono incontrate le due comunità italiana e slovena in un significativo segno di fratellanza e di pace.
La rivoluzione digitale: una sfida per l’umanità intera
Le varie riflessioni hanno toccato molti argomenti. La preghiera e il dialogo sono stati il segno più significativo di questo cammino. La sfida dell’intelligenza artificiale richiede una maggior forza di pensiero e di costruzione di ideali di solidarietà e di pace.Le ultime parole di papa Francesco nel Messaggio della pace 2024 ci danno una importante direzione di marcia: “Possano i cristiani, i credenti di varie religioni e gli uomini e le donne di buona volontà collaborare in armonia per cogliere le opportunità e affrontare le sfide poste dalla rivoluzione digitale, e consegnare alle generazioni future un mondo più solidale, giusto e pacifico.”
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