Le ceneri di questo mondo si spargono sull’umanità in modo veloce e preoccupante. Sembra quasi non accorgersene. Soprattutto in questa Quaresima duemilaventitré, il tempo biblico e liturgico ci raccomandano di stare all’erta, di ergersi un po’ oltre l’ultimo smusso di montagna, per vedere quaggiù, nello spazio di creato che noi chiamiamo “terra”, dove i viventi combinano pasticci a non finire.
Le ceneri degli anni duemila
Le ceneri di questo mondo arrivano dai campi di guerra. Non solo dall’Ucraina aggredita dalla Russia (come spiega bene Patrizia Caiffa nell’articolo sulle “altre guerre”, apparso sul nuovo numero di Segno nel mondo). Dalle munizioni, dai proiettili, dalle bombe e dai missili che implodono ed esplodono. Dalle mine antiuomo che frantumano vite, corpi, storie di popoli di donne e di uomini.
Le ceneri potrebbero incombere in un futuro ancor più cupo dell’attuale, se le testate nucleari bussassero con insistenza alla porta dell’incoscienza umana (proprio sabato 18 febbraio, insieme al card. Zuppi e alle associazioni firmatarie dell’Appello per chiedere l’adesione dell’Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari, tra le quali l’Azione cattolica italiana, il mondo cattolico ha fatto sentire la sua voce. Leggi qui).
Le ceneri abbondano sulle nostre metropoli d’Occidente, con il loro pulviscolo che inquina ogni respiro, ogni passo. Le ceneri che ancora snobbano la transizione ecologica, perché energia green sembra essere parola ancora troppo straniera (leggi qui l’Appello firmato anche dall’Ac a disinvestire dalle fonti fossili).
Le ceneri degli anni duemila affondano le mani nell’universo globalizzato della rete, dove gli hacker si divertono a “giocare” a guerre informatiche che bruciano anni e anni di sicurezza (e sicurezze) nazionali.
Il Messaggio per la Quaresima di papa Francesco
A queste ceneri di morte e rassegnazione, fa eco, però, la Parola sacra che non solo illumina, ma incoraggia. Papa Francesco, nel suo Messaggio per la Quaresima 2023, dal titolo, Ascesi quaresimale, itinerario sinodale, ci porta a respirare aria pulita, lassù, oltre la fuliggine. Come i discepoli che vennero condotti dal Maestro sul Monte Tabor, non saremo soli a compiere questo percorso in salita, ma in compagnia dei nostri fratelli e sorelle. Ecco perché, ci ricorda papa Francesco, il nostro cammino quaresimale è un itinerario sinodale. Dopo un sentiero che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, arriveremo alla meta, dove «il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia».
Sopra il monte, le ceneri non arrivano
Sopra il monte, le ceneri non arrivano. Ci pensa il vento a spazzarle vie. Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ci lascia qualche consiglio per vivere questi giorni di Quaresima. Seguendo l’ispirazione allegorica offerta dal Papa dell’ascesi quaresimale come un’escursione in montagna, ci propone alcune tappe di cammino.
Le tappe per una Quaresima di riconciliazione
La pima decisione: ritagliarsi del tempo. La preparazione: selezionare l’indispensabile. L’incontro con gli altri e la partenza. L’inizio della salita, sguardo ben fisso al sentiero. Procedere in gruppo, ognuno con il proprio ritmo. Sapersi aiutare nelle difficoltà. L’arrivo in vetta, lo stupore del panorama.
Il cammino sinodale
Un cammino in salita che è importante anche per il cammino sinodale.«Narra il Vangelo che Gesù “fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Mt 17,2). Ecco la “cima”, la meta del cammino. Al termine della salita, mentre stanno sull’alto monte con Gesù, ai tre discepoli è data la grazia di vederlo nella sua gloria, splendente di luce soprannaturale, che non veniva da fuori, ma si irradiava da Lui stesso. La divina bellezza di questa visione fu incomparabilmente superiore a qualsiasi fatica che i discepoli potessero aver fatto nel salire sul Tabor. Come in ogni impegnativa escursione in montagna: salendo bisogna tenere lo sguardo ben fisso al sentiero; ma il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia».
La Quaresima, ci ricorda Francesco, è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; «se non possiamo partecipare sempre alla Messa – continua sempre Francesco –, leggiamo le Letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet. Oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Ma vorrei aggiungere anche un altro aspetto, molto importante nel processo sinodale: l’ascolto di Cristo passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa, quell’ascolto reciproco che in alcune fasi è l’obiettivo principale ma che comunque rimane sempre indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale».
Camminare insieme
Ravvivare di nuovo la brace del camminare insieme, coperta per adesso dalla cenere di questo mondo. È questo il compito per questa Quaresima duemilaventitré. Insieme al tempo liturgico, un tempo di vita.
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