Sono disponibili gli Orientamenti per il triennio Ac 2024/2027 dal titolo “Voi stessi date loro da mangiare” (Mt 14,16). Uno strumento di progettazione e programmazione per il triennio associativo che inizia nato a partire dalle scelte di fondo del Documento finale della XVIII Assemblea.Gli Orientamenti sono per tutti. Dunque, diffondiamoli, facciamoli conoscere, approfondiamoli a tutti i livelli della vita associativa.Alla fine degli Orientamenti, un calendario degli appuntamenti nazionali fondamentali del triennio appena iniziato affinché per tempo ci si possa organizzare per favorire la più ampia partecipazione.Di seguito vi proponiamo il testo dell’Introduzione agli Orientamenti.
L’itinerario assembleare della XVIII Assemblea Nazionale ha visto in qualche modo il suo compimento nell’incontro “A braccia aperte”, in cui tutta l’associazione si è ritrovata accolta e avvolta in quella grande piazza San Pietro, espressione architettonica del grande abbraccio, aperto e inclusivo, che la Chiesa esprime nei confronti di tutta l’umanità, perché “Dio non fa preferenze di persone” (At 10.34b).
Le parole di papa Francesco ci aiutano ancora di più a sintonizzarci in profondità con ciò che abbiamo vissuto insieme: «La cultura dell’abbraccio attraverso i vostri cammini personali e comunitari, crescerà nella Chiesa e nella società, rinnovando relazioni familiari ed educative, rinnovando i processi di riconciliazione e di giustizia, rinnovando gli spazi di comunione e di corresponsabilità, costruendo legami per un futuro di pace» (Discorso di Papa Francesco all’Incontro nazionale “A braccia aperte”, Piazza San Pietro, 25 aprile 2024)
Orientamenti: tra passione ecclesiale e tensione partecipativa
Nei giorni assembleari, così ricchi di incontri significativi e di relazioni autentiche, abbiamo toccato con mano la passione ecclesiale e la tensione partecipativa che anima l’associazione attraverso i volti dei tanti aderenti, ragazzi, giovani e adulti, e dei tanti nuovi responsabili a ogni livello della vita associativa.
Una rappresentazione plastica di una rifioritura che già nel triennio precedente abbiamo avuto modo di contemplare e per la quale non ci stancheremo mai di ringraziare il Signore per l’intercessione dei nostri Santi e Beati.
Ci disponiamo a percorrere questo triennio appena iniziato come Pellegrini di Speranza facendo nostra l’immagine che il Santo Padre ha voluto come simbolo del prossimo Giubileo ordinario del 2025, ancora più consapevoli che l’attraversamento di questo cambiamento di epoca, in primo luogo, ci chiede di essere ancorati alla Speranza: «La speranza, insieme alla fede e alla carità, forma il trittico delle “virtù teologali”, che esprimono l’essenza della vita cristiana (cfr. 1Cor 13,13; 1Ts 1,3). Nel loro dinamismo inscindibile, la speranza è quella che, per così dire, imprime l’orientamento, indica la direzione e la finalità dell’esistenza credente. Perciò l’apostolo Paolo invita ad essere “lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12). Sì, abbiamo bisogno di “abbondare nella speranza” (cfr. Rm 15,13)» (Spes non confundit. Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’anno 2025, 18).
Una credibile e generativa “cultura dell’abbraccio”
La Speranza non è facile ottimismo ma piuttosto chiede un radicamento profondo (un “ancoraggio”) nell’ascolto della Parola e nella contemplazione della storia e della vita concreta di tutte le persone, condizioni essenziali per imparare a “organizzare la Speranza” (Venerabile don Tonino Bello). Essere donne e uomini di Speranza in questo tempo attraversato da guerre, contrapposizioni violente e insopportabili disuguaglianze economiche e sociali, significa voler impegnarsi a dare spazio a una credibile e generativa “cultura dell’abbraccio” che si rigenera nella fraternità e nella condivisione e pone in atto gesti e segni di autentica e credibile vita comunitaria.
Sentiamo in tal senso centrale questa sfida, spirituale e culturale insieme, che si declina attraverso un modo nuovo di pensare e realizzare la vita associativa alla luce del Progetto formativo aggiornato, elaborando itinerari formativi capaci di animare in profondità la vita delle persone suscitando e accompagnando uno stile evangelico di testimonianza e di impegno che si mette in gioco in modo ordinario e quotidiano nei diversi ambienti e condizioni di vita.
La vita associativa: spazio di fraternità che cresce in modo generoso e gratuito
Una sfida culturale che desideriamo vivere attraverso una cultura dell’abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita. La via dell’abbraccio, come ci ha ricordato il Santo Padre è proprio la via della vita (Discorso di Papa Francesco all’Incontro nazionale “A braccia aperte”, Piazza San Pietro, 25 aprile 2024); ci sentiamo incoraggiati a far crescere la cultura dell’incontro e del dialogo, riconoscendo la vita associativa come spazio di fraternità che cresce in modo generoso e gratuito nella comunità, prendendosi cura della vita di tutti, sentendo la vita degli altri che si fa spazio in noi secondo la misura di un’autentica carità evangelica.
Abbracciarsi, afferma sempre papa Francesco, significa certamente far crescere in noi i valori positivi dell’affetto sincero verso tutti e ciascuno e di quella amicizia sociale che genera fiducia e contribuisce alla costruzione di una civiltà più fraterna, ma al centro della nostra esistenza, c’è proprio l’abbraccio misericordioso di Dio che salva, l’abbraccio del Padre buono che si è rivelato in Cristo, e il cui volto è riflesso in ogni suo gesto – di perdono, di guarigione, di liberazione, di servizio (cfr. Gv 13,1-15) – e il cui svelarsi raggiunge il suo culmine nell’Eucaristia e sulla Croce, quando Cristo offre la sua vita per la salvezza del mondo.
Abbracciare, per noi laiche e laici di AC, vuol dire pertanto ricominciare sempre da Cristo, fonte di novità e di Speranza per tutti, mostrare strade nuove che siano strade di speranza dove tutti possano ritrovare il coraggio di mettersi in cammino. In questo cogliamo il valore del Giubileo come occasione spirituale di autentico cambiamento e, quindi, di conversione a misura di tutti.
Pellegrini di Speranza, in stile sinodale
Il camminare insieme ci ricorda lo stile sinodale, cifra stessa del nostro essere popolo di Dio in cammino e ci incoraggia a vivere con gratitudine e fiducia questo triennio che accompagnerà sia la seconda fase del Sinodo della Chiesa universale che la fase profetica del cammino sinodale delle chiese che sono in Italia.
L’Azione Cattolica Italiana, insieme a tutte le altre associazioni di Azione cattolica riunite nel Forum Internazionale (FIAC) si impegna ad assumere il cammino sinodale come stile ecclesiale permanente di conversione personale e associativa ed a partecipare al discernimento comunitario sentendo la responsabilità di rendere ancora più presenti le istanze dei tantissimi ragazzi, giovani e adulti che vivono già adesso il sogno di una Chiesa autenticamente evangelica, radicata nella Parola e appassionata della vita, umile e sobria ma capace di condividere ogni dono e talento ricevuto perché ogni persona possa trovare il nutrimento che non perisce.
ORIENTAMENTI TRIENNALI 2024-27Download
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