Una spada ti trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori (cfr. Lc 2, 35).
Signore, abbi pietà delle tante, delle troppe mamme che hanno lasciato partire i loro giovani figli efiglie verso l’Europa nella speranza di aiutare le loro famiglie in povertà estrema o semplicementeinvogliarli a rincorrere il desiderio di una vita migliore. Come le giovani afgane Mariam 17 anni eNiyayesh 7 anni barbaramente morte nel naufragio di Steccato di Cutro insieme a più di 90 persone,lasciando nella disperazione la loro mamma Leila e il fratellino, miracolosamente salvi,tremendamente soli.Oppure, Amolki, un giovane siriano superstite anche lui, che per tre ore ha tenuto tra le braccia ilfratellino ormai morto; voleva donargli una vita nuova, invece, l’ha potuto salvare solo dalla furia delmare, salvargli il corpo esanime ma non la vita che ha smesso di soffiare tra le sue braccia.Madri, donne, che hanno visto allontanare i propri uomini per abbracciare le armi e combattere;donne, madri, che hanno visto strappare dalle loro braccia oltre 20.000 bambini deportati dalle forzerusse. Sono straziate dal dolore più infimo, dal dolore più intimo e ingiusto.Maria, in questo momento tu vivi lo stesso dramma di queste tante madri che soffrono per i lorofigli, per i quali sognavano un futuro migliore per loro e le loro famiglie, ma che, purtroppo, hannotrovato umiliazione, disprezzo, violenza, indifferenza, solitudine e persino la morte. Dona a tutteloro la forza, il coraggio e il dono della fede, unica àncora di speranza e di pace.
Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 40).
Pensiamo ai bambini, in varie parti del mondo, pensiamo ai tanti bambini provenientidall’Afganistan e gli altri paesi tormentati dalla guerra e dall’instabilità politica, pensiamo aTEMREY un mese e mezzo di vita, MUZAMEL 7 anni, AMIR 9 anni, MAHDI 11 anni, MEYSAM 16anni e tanti altri che non potendo vivere serenamente nella loro terra, oppressi dal regime deiTalebani. Sono stati così costretti a scappare, trovando, però, la morte nelle acque di questa nostraamata costa.Pensiamo a più di 300.000 minori di 18 anni impegnati nei conflitti. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti,mentre altri vengono usati come portatori di munizioni, armi, vettovaglie. Sono trattati brutalmente epuniti in modo severo. Sono privati di ogni cosa, in nome di un ideale che non possono capire.Signore Gesù, rendi limpidi i nostri occhi perché sappiamo scoprire il tuo volto nei nostri fratelli esorelle, bambini, ragazzi, uomini e donne, disperati. Ti preghiamo di avere pietà e compassione diquesto mondo malato e di aiutarci a riscoprire la bellezza della nostra e altrui dignità come esseriumani, creati a Tua immagine e somiglianza.
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mc 15, 34)
Anche tu, Signore, hai sentito, sulla croce, il peso dello scherno, della derisione, degli insulti, delleviolenze, dell’abbandono, dell’indifferenza, del sopraggiungere la morte. Solo Maria tua madre e altrepoche discepole sono rimaste là, insieme a Giovanni, testimoni della tua sofferenza e della tuamorte. Il loro esempio ci ispiri a impegnarci a non far sentire la solitudine a quanti agonizzano oggi nei troppi calvari sparsi per il mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, lenavi a cui viene rifiutato un porto sicuro insieme alle lunghe trattative burocratiche per la destinazionefinale, i centri di permanenza, gli hot-spot sovraffollati, i campi per lavoratori stagionali, i viaggi disperanza che si trasformano in orrore, le città e i paesi natii, belli e rigogliosi di vita, trasformati incampi di battaglia e cimiteri.In particolare, Signore, vogliamo ricordarti del piccolo KR16M0, sì, del piccolo naufrago, ilsedicesimo trovato morto, senza nome, accolto e accarezzato da una donna che svolgendo il suodovere ha offerto l’unica carezza possibile per quel corpicino senza vita. È la carezza di unagiovane donna, è la carezza di Tua Madre che accoglie anche lui tra le sue braccia.Signore, ti preghiamo: aiutaci a farci prossimi ai nuovi crocifissi e disperati del nostro tempo, di questotempo dolore. Insegnaci ad asciugare le loro lacrime, a confortarli come hanno saputo fare Maria ele altre donne sotto la tua croce.
Si ringrazia l’Ufficio Migrantes dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina
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