Beatissimo Padre, carissimo papa Francesco, è immensa la gioia di poter esser qui oggi con Lei insieme a questa festosa platea di giovani di Ac, che rappresentano una vasta e fitta rette di responsabili e educatori parrocchiali, impegnati e appassionati nel servire la Chiesa e il Paese attraverso l’esperienza associativa dell’Azione cattolica.
Le siamo profondamente grati per averci accolto qui oggi e per averci dedicato questo tempo, in questo momento così sollecitato da tante sfide pastorali e molte urgenze umanitarie, tra tutte quella della guerra in Ucraina per la cui fine noi tutti preghiamo insieme a Lei quotidianamente il Signore della Pace.
Qualche mese fa insieme al carissimo mons. Gualtiero Sigismondi, Assistente ecclesiastico nazionale dell’Ac, abbiamo avuto la preziosa possibilità incontrarLa, e discutendo insieme di come l’associazione stesse vivendo questo periodo di ripartenza dopo la pandemia, Lei Santità ci chiese subito dei ragazzi e dei giovani esprimendoci la sua paterna e costante cura per ciascuno di loro e la grande fiducia per una presenza essenziale che anima la Speranza nelle nostre comunità.
Ripartire in fretta verso incontri concreti
Rivolgendosi a tutte le giovani e i giovani del mondo nel suo recente messaggio in vista della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù che culminerà il prossimo anno a Lisbona, Lei Santità ha ricordato a tutti loro, ma anche a tutti noi, che questo è un tempo per ripartire in fretta verso incontri concreti, verso una reale accoglienza di chi è diverso da noi, un tempo per alzarci in fretta come Maria e camminare tutti insieme in stile sinodale per abbattere le false frontiere e costruire un mondo più fraterno e più giusto.
I giovani di Ac si sono dati appuntamento in questi giorni per leggere i Segni di questo tempo, per riconoscerlo come un tempo benedetto e donato dal Signore e per accogliere in pienezza la Buona Notizia che anche oggi Gesù ha per la vita di ciascuno di noi. Ci sono tante “frette” che muovono questi giovani, tante urgenze e tante questioni che li interpellano e li coinvolgono in una ricerca che si fa tanto più appassionata quando è condivisa insieme ai loro coetanei ma anche ai più piccoli e ai più grandi nell’esperienza del dialogo intergenerazionale che quotidianamente si vive in Ac.
Le sfide per l’Ac
La cura per la città e la buona politica a servizio dei più fragili, l’accoglienza dei migranti e la sfida della legalità, la cultura popolare e lo sport insieme alla scuola, l’università e il lavoro sono gli ambienti della vita di tutti i giorni dove i giovani imparano a leggere i Segni dei tempi ma anche diventare loro stessi segno di un tempo nuovo, di un nuovo inizio. Oggi pomeriggio suddivisi in gruppi di lavoro si confronteranno insieme e con l’aiuto di alcuni testimoni ed esperti proveranno a sognare e progettare itinerari di cura e di animazione: per raggiungere i desideri e le attese più profonde loro e dei loro coetanei, perché nessuno rimanga indietro o venga escluso, perché tutti possano sperimentare la bellezza di un incontro concreto attraverso i gesti del servizio e dell’amicizia proposta con semplicità dalla vita associativa; per incoraggiare le nostre comunità a lasciarsi rigenerare dalle domande di vita dei più giovani, dalla loro instancabile ricerca della verità e del bene, dalla loro passione per la giustizia, dalla Speranza che loro oggi rendono concreta nel mondo.
L’Azione cattolica italiana è stata storicamente ed è ancora oggi un’intuizione e una passione dei giovani, una esperienza dove impastare giorno per giorno la fede con la vita, un luogo dove poter vivere in pienezza l’amicizia con il Signore che non di rado diventa un luminoso esempio per tutti come per Alberto Marvelli, Pina Suriano, Gino Pistoni, Armida Barelli e Piergiorgio Frassati e una folta schiera di Santi e Beati che ancora oggi sorreggono e sostengono il cammino dei giovani di Ac.
Giovani che hanno saputo fare della propria vita un dono, un Segno per i loro tempi e per tutti i tempi. Giovani che hanno avuto una grande passione per la Chiesa e i suoi pastori, che hanno avuto sempre un legame forte con i loro predecessori.
Santità, la mobilità e la dinamicità che contraddistinguono le vite dei giovani che ha davanti oggi portano con sé nuove domande nella ricerca del Signore. E spingono l’associazione e la Chiesa a diventare consapevole di una necessaria trasformazione dei nostri itinerari, perché Dio si fa carne anche per i giovani di oggi e come Chiesa abbiamo la missione di rendere possibile questo incontro.
Santità la prego di benedire ciascuno di loro, di continuare a custodirli nel suo cuore paterno e di incoraggiarci sempre ad alzarci in fretta per metterci in cammino, dietro il Signore, verso la gente in ascolto dello Spirito Santo.
Le vogliamo un mondo di bene, papa Francesco, e La stringiamo a noi in un enorme abbraccio, grati sempre al Signore per il dono che Lei rappresenta per ciascuno di noi e per tutta l’Azione cattolica italiana.
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