“C’è un grande bisogno di Azione Cattolica nella Chiesa. Siete un accumulo di un’associazione che ha una storia bella e grande, ma questo patrimonio va speso. Altrimenti il rischio è di diventare un dopolavoro”. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha incontrato i responsabili adulti dell’associazione riuniti nella tre giorni sull’impegno socio-politico, che si è tenuta proprio nella città felsinea.
“C’è molto da fare, molte opportunità anche in chiave ministeriale rispetto alle nostre comunità. E l’Azione Cattolica può fare tanto. Abbiamo bisogno di aiutarci nella dimensione importantissima di vivere e costruire comunità”.
Il cardinale presidente ha messo in luce sia la Politica con la P maiuscola, evocata nei confronti dell’associazione da papa Francesco (“Riprendiamo l’amore politico di Fratelli Tutti, un monito che ci costringe a non accontentarci a dare qualcosa ma di cercare soluzioni e di tradurre l’amore in scelte, progettazione, esperienze”) e ha messo al centro un’altra maiuscola, la C di Cultura: “Non possiamo solo lamentarci se conta solo la pancia, dobbiamo fare noi una cultura con la C maiuscola. È necessaria una chiave con cui capire i fenomeni, a volte è fatta anche di semplificazione e di chiarezza. Questo ci chiede uno sforzo di comunicazione, che crei una comprensione diffusa e quindi non elitaria, che traduca in pratica l’umanesimo cristiano”.
Mons. Zuppi ha proseguito parlando agli adulti di Ac: “Abbiamo davanti una grande sfida per questo sono necessari adulti che sognano, che sanno guardare con speranza il futuro e dare risposte nel presente, sulla strada del Sinodo, una parola che dobbiamo pronunciare meno e praticare di più.
Le pandemie ci hanno ributtato nella storia. La testimonianza di don Giuseppe Dossetti, che incontrate qui, come quella di tanti che ci hanno consegnato la Costituzione, ora dobbiamo trasmetterla noi. Abbiamo una responsabilità in più in un momento così decisivo, in mezzo a una tempesta che secondo alcuni è addirittura peggio del dopoguerra”. Il cardinale ha concluso: “Abbiamo di fronte sfide grandi e rischiamo di avere poca speranza nel futuro… Ma, a 60 anni dal Vaticano II, non partecipiamo al coro dei profeti di sventura. Dobbiamo procedere sulla strada della comunione e non far mai mancare il vino nuovo”.
Paolo Seghedoni è vicepresidente nazionale dell’Ac per il Settore Adulti
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