Quanto sta accadendo in molte aree del Paese non è il frutto di una tragica fatalità. Frane, crolli, ponti che precipitano per la furia delle acque, straripamenti e allagamenti di città e campi, la conta dei morti e degli sfollati, non sono la conseguenza di una tragica fatalità ma di un’Italia che troppo spesso mette da parte, come inutile fardello, il rispetto per la natura e di conseguenza la vita delle persone e delle comunità.Perché aver cura del letto di un fiume piuttosto che degli effetti delle maree che cosa è se non rispetto della natura e delle persone. Si preferisce ignorare invece che amministrare. Aspettare non si sa cosa (la giustizia terrena o quella divina) invece che investire in manutenzione e opere di salvaguardia dell’immenso quanto fragile patrimonio naturale e culturale che abbiamo la fortuna di avere a disposizione. Tranne poi stupirsi se le intemperie o il semplice far nulla che accompagna il trascorrere degli anni ad un certo punto presentano il conto.
La questione idrogeologica è un urgenza nazionale
Dopo le risposte all’emergenza di queste ore, che ha colpito così duramente l’Emilia Romagna in particolare, è tempo che le istituzioni si attivino con determinazione perché si ponga la questione idrogeologica, che è anche urbanistica, sismica ed erosiva come urgenza nazionale. È tempo di fare prevenzione. Parimenti c’è la necessità di riprendere in mano il dossier infrastrutture, che non vuole per forza dire altro cemento, in un Paese che di colate pazze e criminali ne ha già fatte tante. Ma fare vera manutenzione o, se serve, ricostruzione, riformulazione delle strutture non più adeguate alle esigenze del Paese e dei territori. Certo fermando la speculazione e la corruzione, che spesso ha accompagnato le opere pubbliche del bel Paese, agevolate da una burocrazia tanto inutile e corrotta quanto insensata e suicida, ma senza fermare i cantieri ad ogni stormir di fronde. Severità e onesta nell’amministrare la cosa pubblica e celerità dell’azione, due caratteristiche che non sono solo tedesche o svedesi, ma che possono benissimo essere italiane se solo lo vogliamo.
Pnrr. Rimodulare l’uso delle risorse a favore dei territori
Davanti al dissesto geologico in cui versano molte aree del nostro Paese, viene da chiedersi se non sia il caso di rimodulare l’uso delle risorse in mano allo Stato (leggi Pnrr e non solo) non per costruire cattedrali nel deserto, opere faraoniche incompiute, ma per dare vita in maniera stabile e non emergenziale ad una politica di risanamento del territorio, metterlo in sicurezza e dove è necessario restituirlo alla sua vocazione naturale. Le piogge torrenziali se cadono su un territorio sano, provocano danni ma non così gravi, tanto meno provocano vittime innocenti. Non possiamo continuare ad affidarci alla fortuna e alla speranza che non accada il peggio. Ogni anno speriamo che quello precedente abbia insegnato qualcosa, e non è così. La cronaca di questi giorni ci dice che non è così.
La solidarietà e l’impegno concreto dell’Azione cattolica
La Presidenza nazionale dell’Ac esprime cordoglio per le vittime e vicinanza alle persone e alle comunità che in queste ore stanno patendo le conseguenze delle intemperie naturali e dell’incuria umana. Ringrazia quanti, ragazzi giovani e adulti delle Ac diocesane dei territori colpiti, continuano a mobilitarsi per alleviare le sofferenze delle popolazioni coinvolte.Nella speranza che le istituzioni politiche tutte e le amministrazioni territoriali sappiano in futuro agire con maggiore lungimiranza e determinazione per la salvaguardia della casa comune, invita tutti a sostenere le azioni delle Caritas diocesane. Nei prossimi giorni comunicheremo attraverso i social dell’Ac nazionale le modalità tramite le quali sarà possibile dare una mano e aiutare concretamente le comunità coinvolte.
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